“Un’estate agli antipodi – Un Alpino in trasferta”

di Stefano Benazzo

Un titolo singolare per il racconto del lungo viaggio di un Alpino alla ricerca di relitti spiaggiati sulle coste dell’Australia, e dei suoi contatti con gli Alpini in Australia.

Stefano Benazzo, classe 1949, Sottotenente di Complemento degli Alpini (64° Corso AUC),
Ambasciatore d’Italia a riposo dal 2012 dopo 39 anni di carriera diplomatica, ideatore e Presidente della Sezione ANA Balcanica Carpatica Danubiana, fotografo di relitti spiaggiati sulle coste del mondo: da anni desideravo fare un viaggio in Australia alla ricerca di relitti spiaggiati, pur sapendo che non sarebbe stata una sinecura. Ho avuto finalmente modo di intraprenderlo nel luglio 2023, approfittando della proposta di inaugurare una conferenza vicino a Melbourne sui treni storici (nella mia qualità di presidente di un’associazione internazionale che promuove i treni storici, quelli cioèche purtroppo sono ormai quasi del tutto scomparsi in Italia).

La mia passione non riguarda i relitti sommersi ma solo quelli spiaggiati: ve ne sono migliaia in tutto il mondo, simboli di vita e non di morte; hanno infatti compiuto la loro missione, lavorando per anni e riportando a terra i loro equipaggi. Ne ho fotografati finora quasi 500 in 22 paesi, organizzando decine di esposizioni fotografiche in Italia ed all’estero, pubblicando libri, ecc. La sigla della mia ricerca consiste nel “dovere di memoria” verso i marinai scomparsi, allo stesso modo in cui costruisco modelli architettonici di chiese antiche, quale segno di rispetto verso coloro che hanno costruito quei monumenti. Il viaggio vuole dimostrare che anche un vecio, anche dopo il Covid, può coltivare sogni e attuarli.

Durante il viaggio (3.000 km in auto) che ha portato me e il mio amico Gianfranco (fotografo sorrentino esperto anche di droni) a Melbourne, Sydney e Brisbane, recandoci in tre isole, fotografando 27 relitti, ho naturalmente preso contatto con gli Alpini di Australia, immaginando, dalle mie esperienze come Presidente di Sezione, la loro disponibilità.

Giuseppe Querin, Coordinatore degli Alpini per l’Australia e Presidente della Sezione Sydney, si è subito confermato essere l’uomo della Provvidenza a Sydney (come del resto Vittorio Brunello mi aveva anticipato): oltre all’assistenza logistica, ci ha dedicato molto tempo (fornendoci anche carte stradali, che la mia generazione continua a consultare con piacere, senza limitarsi ai navigatori), facendoci visitare i posti più significativi della sua città, dandoci dritte per recarci a fotografare i nove relitti di Homebush Bay, il relitto del Parramatta e i relitti di Tangalooma sull’isola di Moreton, offrendoci un indimenticabile pranzo al mercato del pesce, ma soprattutto portandoci alla Baita degli Alpini.

Il monumento agli Alpini, Sidney

La Baita degli Alpini è stata costruita qualche anno fa nel Villaggio degli Scalabriniani ad Austral (l’ordine che assiste gli emigrati italiani nel mondo), ove è attivo un centro per anziani; l’edificio riproduce la chiesetta del Passo Falzarego; qualcosa di tangibile affinché gli Alpini di Sydney vengano ricordati ed apprezzati per il loro lavoro, il loro impegno sociale e la loro generosità a favore della comunità italo-australiana; la Baita succede al primo manufatto costruito dagli Alpini nell’area. Accanto, il Monumento agli Alpini con le relative bandiere. Credo che la Baita sia l’unico museo italiano in Australia; è piena di ricordi, cimeli, fotografie, gagliardetti, medaglie, placche, targhe, con una campana (a ricordo del figlio di un Alpino) posta su una base metallica munita di ruote, alta due metri. Naturalmente fotografiamo gli Amici Alpini e l’edificio, firmiamo il libro degli ospiti, riceviamo la maglietta e la medaglia della Sezione e il gagliardetto (che regalerò al Gruppo Umbria, dove risiedo).

Mi fotografano con un cappello Alpino che era appartenuto ad un Vecio andato avanti: momento pregnante. Per connessione d’argomento, cito la chiesa costruita nel 1943 dai prigionieri di guerra italiani alle isole Orcadi (Regno Unito), di cui ho realizzato il modello in scala: in circostanze ben diverse, lo stesso attaccamento a valori essenziali e all’Italia da parte dei nostri connazionali all’estero, che ho sempre riscontrato nei miei soggiorni e nelle mie missioni all’estero.

Giuseppe Querin ci ha poi invitati al Club Marconi (il più importante circolo italiano in Australia) per un pranzo squisito con altri Alpini e connazionali. Siamo affascinati da tanti racconti di italo australiani: egli medesimo, ad esempio, aveva un’impresa edile: passeggiando per Sydney indica tanti edifici nei quali la sua impresa ha operato; la sua esperienza gli ha permesso di costruire, con altri Alpini, la Baita; come lui, tanti nostri connazionali hanno costruito la loro vita in Australia mantenendo il legame affettivo e famigliare con i loro cari in Italia. Tantissime storie di coraggio, passione, sacrificio, lavoro, nostalgia, perseveranza, amore per l’Italia, tanti sforzi per creare strutture e istituzioni che ricordino le origini e aiutino a farsi una nuova vita mantenendo i valori italiani. Lasciando Giuseppe, alla partenza verso Brisbane, la commozione è reciproca: lo aspettiamo in Italia.

Proseguendo il nostro viaggio, conosciamo finalmente a Brisbane Daniele Riondato, Segretario della Sezione ANA della città; produttore di un miele pregiatissimo, ci ha orientati a distanza, fornendo innumerevoli suggerimenti in relazione alla nostra visita all’isola Fraser (per fotografare il relitto spiaggiato più famoso dell’Australia, il Maheno).

La “Baita degli Alpini”, Sidney

Daniele ci accoglie nella sede della locale Sezione: anche qui non mancano le fotografie, i doni del gagliardetto e della medaglia, la firma del libro degli ospiti. La stessa calda ospitalità che ho trovato in tanti posti nel mondo, accompagnata anche qui dalla capacità di fornire soluzioni ogni volta che un problema si profila all’orizzonte. La Sezione sta rimettendo a posto il monumento situato a pochi metri. Con l’Amico Nodari, Presidente della Sezione, partecipiamo al pranzo offerto presso il Circolo Abruzzo dall’Associazione Piemontesi di Brisbane, circostanza doppiamente significativa per me: sono piemontese e ho svolto il servizio di prima nomina all’Aquila.

Un’altra indimenticabile occasione per renderci conto del profondo attaccamento all’Italia dei connazionali dell’area – ma sono sicuro che tale sentimento è condiviso da tutti gli italiani da tempo emigrati in Australia.

Per quanto mi concerne, quando il Presidente Nodari mi presenta alla vedova dell’Alpino che anni fa ha creato la Sezione Brisbane, provo forte commozione: non solo per la gioia di portare il saluto rispettoso di un Alpino alla memoria di un Vecio andato avanti che si è prodigato nei confronti degli Alpini. Ma perché vedo l’emozione negli occhi di quella signora: riceve l’omaggio di qualcuno che si rende conto dell’importanza del momento ed è consapevole di quanto sia essenziale esprimere apertamente la propria ammirazione verso chi ha compiuto la propria missione; lei, il marito, i loro figli, gli italiani, gli Alpini hanno mantenuto – nonostante i decenni e i fusi orari, nonostante i sacrifici, i rimpianti e le delusioni, coltivando la speranza, conseguendo successi, l’amore verso il nostro Paese e la fierezza di essere italiani. Hanno onorato il nostro Paese.

Grazie.
Un viaggio emozionante, con la speranza di tornare agli antipodi e di rivedere gli Amici Alpini